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IL PROGRAMMA SPHERAE

Un nuovo concetto di telescopio per uso visuale


Sono un astrofilo autocostruttore, visualista. ho deciso di cercare di realizzare il telescopio perfetto,che ovviamente non esiste, ma per le mie necessita è ben definito e la cui ricerca mi ha portato su una strada fuori dalle mappe....

Troppo spesso si è ricorso a materiali come fibra di vetro o di carbonio, alluminio, plastica;  si ritiene che la robustezza sia una prerogativa solo di questi materiali. Ovviamente non è affatto così. Si tratta di elementi la cui produzione, lavorazione e smaltimento a livello ambientale è estremamente complessa ed energivora, ragion per cui il loro utilizzo a parere dello scrivente dovrebbe essere limitato a situazioni dove non esistono alternative.

Ho riflettuto a lungo su quelle che sono i vincoli nella movimentazione della strumentazione, ovvero il movimento in altezza e il movimento in Azimut (riferito alle altazimutali).

Infatti in questa soluzione lo spostamento manuale dello strumento è molto agevole quando si punta un oggetto lontano dall'asse di azimut, qundi verso l'orizzonte. Man mano che ci si avvicina allo zenit occorre agire contemporaneamente su entrambi gli assi con una ridotta maneggevolezza a causa della ridotta distanza angolare dei due assi.

Ne consegue un movimento più problematico, al punto che l'area circostante lo zenit è un po' universalmente considerata "un punto morto".

Peccato che questa zona del cielo sia quella che permette la migliore trasparenza...

Tra le caratteristiche del legno vi è quella di essere composto da fibre allineate che quando vengono sovrapposte in strati incrociati (come nel caso del multistrato compensato) possono garantire una tenuta notevolissima. Ho proceduto all’incollaggio di pezzi curvati su dime apposite e questo ha consentito di legare i vari strati rafforzando l’intera struttura, e, con le tensioni interne delle stesse fibre, Il risultato è stato un robustezza elevatissima unita ad una notevole leggerezza.

Per questo motivo, ho deciso di sviluppare un progetto nuovo, che ho chiamato ll Programma Spherae

Il programma Spherae è più di un progetto, in quanto non è riferito ad un modello specifico, ma è nato per sopperire alla lacuna cronica nel settore degli strumenti dedicati all'uso visuale puro.

La già accennata "area morta", ovvero la zona di circa 30 gradi intorno allo zenit, rappresenta un punto debole per gli strumenti altazimutali.

Un altro punto critico è rappresentato dallo scorrimento in altezza. I cerchi di declinazione sono troppo grandi ed ingombranti.

Infine lo scorrimento di questi avviene su 2 punti per lato, quindi su quattro punti. Le flessioni con il tempo portano ad alcuni saltellamenti quando si punta lo strumento in alcune aree del cielo.

La domanda che mi sono posto è stata:

  • è possibile realizzare uno strumento che scorre su tre punti di appoggio?

  • Se si, è possibile muoverlo su un solo asse?

La risposta è : SI

Quelli che seguono sono schizzi eseguiti a mano libera. Ho avuto delle "fulminazioni mattutine", al momento del risveglio, e le ho riportate su carta alla bell'e meglio. Non sono un disegnatore tecnico, ma credo rendano sufficientemente l'idea.

Programma Spherae: Testo
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Come nel modello Astroscan, ripreso da diversi modelli amatoriali realizzati nella metà degli anni '70, nel quale una sfera ruota su tre punti, qui invertiamo il concetto: tre punti che ruotano dentro una sfera.

La sfera è un anello.

I tre punti sono seimicerchi.

I cerchi di scorrimento in altezza, che in un Dobsoniano tradizionale sono esterni, qui sono parte integrante della culla del primario.


Programma Spherae: Immagine
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La struttura è aperta: questo consente un'acclimatamento dello specchio veloce, una agevole collimazione, un pratico e versatile bilanciamento.

La curvatura della culla deve essere assimilabile ad una sfera.

Un anello di chiusura nella parte superiore garantisce una elevata robustezza garantendo una assoluta indeformabilità alla culla.

Programma Spherae: Immagine
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Sui tre bracci della culla, posti a 120°, è quindi ancorata la cella dello specchio primario,

La culla ruota all'interno di un anello di base.

Una serie di contrappesi removibili consente un corretto bilanciamento del tubo ottico.

Le stesse manopole di collimazione fungono da contrappesi.

Programma Spherae: Immagine
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La cella del primario è un corpo unico con i bracci di scorrimento della culla.

Questa è realizzata con legni duri stagionati.

La realizzazione a strati consente una robustezza ed una leggerezza notevoli.

La lavorazione è effettuata con una fresa ed a mano.

Non si tratta di un lavoro nè veloce nè semplice, le tolleranze sono molto ridotte.

Programma Spherae: Immagine

Il tubo ottico permette una rotazione sul suo asse completa e continua, ciò consente una grande comodità di osservazione a qualsiasi altezza sull'orizzonte.

Con diametri di 50 cm con focali di circa 2 metri l'oculare puntando lo zenith è alto circa 1,74 cm.

Per altezze sull'orizzonte minori è possibile ruotare lo strumento per adattare la posizione dell'oculare;  ciò è possibile agendo sull'anello del secondario, come su un volante.

Notare dalle immagini che il collimatore laser conferma l'assoluta rigidità della struttura: durante questa operazione le ottiche rimangono allineate.

Programma Spherae: Immagine

Per consentire questa rotazione il sistema truss tube deve avere una rigidità assoluta; questo con i sistemi classici di ancoraggio dei Dobsoniani è purtroppo impossibile.

Per realizzare un aggancio solido e preciso ho realizzato delle stecche filettate alle estremità. Lo sono anche gli agganci sulla culla e sull'anello del secondario.

Il montaggio è veloce e preciso..

Programma Spherae: Immagine

Considerazioni

La struttura ha uno stile spiccatamente minimalista: nel corso dello sviluppo ho eliminato ogni componente non strettamente necessario.

Quando lo strumento è montato non si ha davanti il classico Dobson massiccio, ma uno strumento sottile, quasi "trasparente". Tutti i componenti che caratterizzano un altazimutale classico, quindi rocker box, tavola di scorrimento di base, anelli di scorrimento in altezza, culla del primario, normalmente sono ben evidenti. In questo caso sono tutti integrati nella culla del primario.

C'è un però... le tolleranze di lavorazione, che normalmente sono distribuite su più elementi, in uno strumento minimalista come questo sono tutte "concentrate" su pochi elementi. Qui i bracci di scorrimento della culla, con l'anello di chiusura e l'anello di base hanno una lavorazione estremamente complessa.

Per perfezionare questi pezzi ho impiegato 4 anni di lavoro.

Lo dico molto sinceramente: la lavorazione di questi componenti è più difficoltosa dell'ottica.

Per informazioni contattatemi via whatsapp al +41766136028.

Programma Spherae: Immagine

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